L’abito da sposa, oggi elemento di grande importanza nell’organizzazione
del matrimonio, negli ultimi anni ha assunto un ruolo più estetico che
simbolico. Ma come nasce? Che importanza ha avuto nella storia?
Studi di costume hanno confermato come già dai tempi antichi
l’abito da sposa aveva un’importanza rilevante, poiché rappresentava
simbolicamente il potere economico
ed il prestigio familiare della futura consorte, ed un elemento distintivo
d’appartenenza sociale.
Nell’antica Roma
il matrimonio è visto come una sorta di promozione sociale, i matrimoni sono
combinati, quando gli sposi sono ancora bambini per assicurarsi saldi legami
familiari ed economici, sia da parte dell’uomo che della donna. L’abito della
sposa é una tunica bianca, ricevuta in dono dai genitori, chiusa da un nodo,
detto d’Ercole, che poteva essere sciolto soltanto dallo sposo. Sui capelli, pettinati con sei trecce in
onore delle vergini vestali, si posava una corona formata da gigli, grano,
rosmarino e mirto (simboli di purezza, fertilità, virilità maschile e lunga
vita), il “velo” (velarium flammeum) di colore giallo zafferano, tolto il
giorno dopo la consumazione del matrimonio, simboleggiava il fuoco di Vesta, la
dea che proteggeva il focolare domestico...
Paese che vai usanze che trovi…
Le donne egizie portavano una gonna lunga, ricoperta da una sopraveste trasparente; sul capo un fazzoletto rigato, piegato dietro le orecchie.
Nella Grecia Classica , il chitone, una veste lunga molto semplice. Sopra veniva drappeggiato l'imation o la clamide.
Nel Medioevo, in Europa, il vestito aveva soprattutto lo scopo di preservare il corpo dal freddo, senza particolari attenzioni all'eleganza. Comparirono però a poco a poco alcuni capi che diventarono tradizionali: la lunga camisa di origine araba, le prime brache (indossate dagli uomini sotto la gonna o la cotta), i berretti delle più varie forme. |
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Abito nuziale Medievale |
Dal X-XI secolo, riconoscendo nel matrimonio un vincolo
sociale e religioso più profondo, la Chiesa lo trasforma in una cerimonia e
consolida definitivamente la sua autorità su questa istituzione, rispetto alle
cerimonie civili.
L’abito nuziale in questo periodo non segue regole precise: la sposa indossa
l’abito più bello che la famiglia può permettersi o che tramanda, solitamente
era un abito dalle tinte calde e dai colori vivi, tale veste di lusso, infatti,
era destinata a diventare il pezzo forte del guardaroba elegante per tutte le
occasioni future di mondanità
Il primo abito da
sposa documentato é quello della principessa Filippa, figlia d’Enrico IV d’Inghilterra, che nel matrimonio con
Erik di Danimarca nel 1406, indossò
una tunica e un mantello di seta bianca bordati di pelliccia di vaio e
d’ermellino. L’uso dello strascico, appare solo nel XVI secolo ed é rimasto uno
degli elementi essenziali e classici per la gran parte degli abiti nuziali,
proprio dall’elemento “strascico” si poteva desumere l’appartenenza sociale:
quanto più lo strascico è lungo e decorato tanto più è sintomo di ricchezza e
di prestigio. Le maniche degli abiti nuziali, variamente elaborate
costituiscono un vero e proprio tesoro per via dei suntuosi ricami e delle
pietre preziose incastonate.
In Italia, le severe disposizioni della Controriforma
ispirarono costumi più severi e più semplici: tipico del '600 è il severo
abito nero ravvivato solo dalla gorgiera, un enorme colletto bianco a pieghe.
Nel XVII secolo, segnato da profonde lacerazioni religiose,
le feste nuziali diventano più intime. Le famiglie investono soprattutto per il
corredo e la dote e l’abito il più bello, quasi sempre usato, è utilizzato
anche dopo il matrimonio.
Il secolo XVIII rappresentò il culmine dell’opulenza:
s’indossano splendide vesti dai motivi floreali con paniers, redingote, gilet e
culottes di seta o raso abbondantemente ornate; con la Rivoluzione Francese,
nasce il cosiddetto “stile impero” di origine francese, che da vita ad un abito
tagliato sotto il seno con un bustino a vita alta da cui scende morbidamente la
gonna, per evidenziare meno i fianchi e l’addome, realizzato in tinte pastello.
Da allora l'abito da sposa divenne sempre più importante,
grazie anche alla Regina Vittoria che lanciò uno stile che prende il suo nome, Vittoriano:
vita stretta con corpetto aderente e gonna ampia con strascico.
Per tutto l'800 e i primi anni del '900 la
sposa seguì la moda da sera.
Intorno agli anni Trenta del XX secolo si
affermò l'abito come lo intendiamo oggi: bianco, lungo, con il velo e un
bouquet di fiori.
Abito nuziale anni '30 |
Tra le due guerre mondiali, la moda ovviamente subì una fase
recessiva che portò ad un’essenzialità nei costumi: negli abiti da sposa le
gonne si accorciano e si eliminano tutti gli elementi decorativi, spesso questo
abito si noleggia, o si presta da una famiglia all’altra.
Con la ricostruzione ed il conseguente benessere, il grande
matrimonio in bianco torna di moda e fino alla fine degli anni Sessanta i
matrimoni rimangono cerimonie formali all’insegna della tradizione. Gli anni
‘70 con la rivoluzione sessuale ed il femminismo, l’abito da sposa non ha più
uno stile ed un colore preciso, la tradizione dell’abito bianco è ancora
vivissima, ma ci sono molte proposte particolari, iniziano ad essere
organizzati matrimoni tematici.
Oggi vengono creati abiti dalle linee più varie, tali da
adattarsi ad ogni personalità, la tradizione dell’abito da sposa assolutamente
bianco è ormai superata da una serie di tonalità che va dai colori pastello
fino all’avorio o ecrù.
Esempio di eleganza intramontabile è l’abito nuziale di Grace Kelly, sposa del Principe Ranieri III di Monaco, tanto che la
neo sposa Kate Middleton per le nozze ha indossato un abito simile:
corpetto in pizzo, ampia gonna e uno strascico di 2,70 metri.
Grace Kelly e Kate Middleton |
CULTURE ORIENTALI
Abito nuziale Giapponese |
Per tradizione, molti abiti nuziali in Cina sono di colore rosso, colore che è auspicio di buona
fortuna. Tuttavia, negli ultimi anni, le spose hanno optato per la scelta dell'abito
bianco, seguendo la moda tipicamente
occidentale, o hanno adottato il modello di abito occidentale, però di colore
rosso, o a volte dorato. L'abito rosso è anche una delle principali scelte
delle spose vietnamite, nella
forma tradizionale del Ao Dai.
In Giappone, le spose indossano
tre o più abiti distinti nel corso delle celebrazioni del matrimonio,
cominciando dal tradizionale kimono bianco.
Anche in questo caso però le influenze occidentali hanno portato molte donne
giapponesi a sposarsi con l'abito bianco. Le spose indonesiane indossano il tradizionale kebaya, una
sorta di blusa, ed il batik.
Nelle Filippine invece
l'abito nuziale tradizionale è il Barong
Tagalog, indossato sia dagli uomini che dalle donne.
Nelle zone settentrionali dell'India, i colori tradizionali
dell'abito nuziale sono il rosso, colore di buon auspicio ed il verde, simbolo di fertilità.
Nelle zone meridionali invece l'abito nuziale è per tradizione il sari bianco. Di solito le spose indiane,
così come quelle pakistane nascondono
il proprio viso con un velo, anche se in alcune zone più liberali è sufficiente
coprire la testa.
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